… è sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo … (A. Baricco)
Dopo il racconto di Stefania, come promesso ecco le parole di Eleonora, che completano il secondo appuntamento de #ledivine con il Bolletour2016.
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Anche quest’anno il Bolle Tour ha fatto tappa in quel di Parma, al Teatro Regio, con due date.
Il programma non presentava nessuna novità ma piuttosto delle piacevoli riproposizioni, alcune viste più volte altre, invece, solo nel programma di Bologna (La morte del cigno, Da Proust e Swing).
I brani eseguiti da Roberto sono stati quattro: Prototype, Romeo e Giulietta, Da Proust e Swing.
Romeo e Giulietta (in coppia con Melissa Hamilton come all’Arena l’anno scorso) riesce sempre a farmi emozionare, ma è anche vero che è quasi impossibile non farlo quando a pochi passi da te puoi vedere l’intensità degli sguardi di due grandi protagonisti, sentire i loro respiri e poi…….. quel bacio, a suggellare un passo a due davvero coinvolgente, come ce ne sono pochi, capace di liberare l’anima di ciascuno di noi attraverso l’amore senza tempo di Romeo e Giulietta. Così ben rappresentato da farci tutti immaginare di volteggiare con il nostro amato, sorretti da quell’indicibile forza che è la passione, l’amore per qualcuno.
Sono stata molto contenta di poter rivedere Da Proust e Swing, dei quali ho già parlato ampiamente nel pezzo di Bologna: il primo perché è così intenso da farmene apprezzare ancora di più, in questa seconda visione, non solo la bellezza delle figure così stupendamente plastiche da ricordare le statue greche o romane, e così piene di significato, capaci di parlare intimamente al pubblico, ma anche l’intensità interpretativa del duo Bolle-Andrijashenko, e il secondo al contrario per essere così leggero e spumeggiante.
Aggiungo soltanto che i due pezzi così molto diversi tra loro, anche per le atmosfere che riescono a creare, a mio parere, sarebbero adattissimi entrambi alla location dell’Arena di Verona.
Il resto del programma prevedeva, oltre Cello Suite con Manni-Andrijashenko, anche Delibes Suite e Don Chischiotte interpretati dagli straordinari Anna Tsygankova e Matthew Golding. Sempre una certezza, ben affiatati, si sono esibiti, come a Torino, in questi due pas de deux, piacevoli da vedere soprattutto quando c’è una Tsygankova strepitosa capace di far apparire tutto così facile.
Così come a Bologna, la scaletta prevedeva La morte del cigno, coreografia creata da Michel Fokine per Anna Pavlova nel 1901. Leggo dal programma che la versione messa in scena e qui interpretata da Elena Vostrotina del Semperoper Ballett di Dresda è quella creata per Elna Ornberg nel 1925.
Non mi sembra tuttavia che ci siano tantissime differenze tra le due versioni.
Per quanto riguarda l’interprete purtroppo non mi ha convinta molto.
Sicuramente meglio di Anastasia Kolegova, vista a Bologna, ma ho trovato anche la Vostrotina troppo energica nel movimento delle braccia e, in alcuni passaggi, anche delle gambe.
Forse sarà che ho sempre in mente la grazia, l’eleganza e l’impalpabilità di una Zakharova, di una Fracci o della Lopatkina, per le quali davvero le braccia diventano come ali leggiadre e negli occhi di chi le guarda assumono le sembianze di maestosi cigni, ma qui manca, a mio parere, la delicatezza ed il venir meno delle forze di un cigno morente.
Questa coreografia non ha particolari difficoltà, è tutta arte interpretativa e forse solo le grandi ballerine possono affrontarla, trasformandola nel capolavoro che siamo abituati a vedere e che ne ha decretato la fama anche tra i meno esperti.
Altro protagonista è Xander Parish presente già a Bologna e qui interprete, oltre che di Ballet 101, anche di Concerto di McMillan, in coppia con la Hamilton.
La struttura fisica di Parish è sicuramente ottima sulle gambe ma un po’ scarsa nelle braccia e questo brano ha messo in evidenza questo aspetto che non lo rende un porteur sicuro come roccia, stile Bolle. Rimane comunque sempre un buon ballerino.
Altro nuovo acquisto del Bolletour dopo la Vostrotina è Dmitry Semionov, che si è esibito in coppia proprio con la Vostrotina in Grand Pas Classique.
Nell’insieme mi sono piaciuti, lei decisamente più di lui.
Anche qui come a Bologna dopo la prima parte di ringraziamenti Roberto si è esibito in We will rock you, il piccolo pezzo portato al Festival di Sanremo e coreografato da Bigonzetti. Tra l’altro qui nella parte finale c’è stata la compartecipazione di tutti gli altri protagonisti e il pubblico ha risposto ancora una volta con super entusiasmo, stile concerto rock.
Nell’insieme è stata una bella serata, che durante i ringraziamenti ha visto il pubblico tributare il proprio apprezzamento agli artisti, riversando sul proscenio fiori e fiori dai palchi adiacenti.
E qui, Roberto, da gentleman quale è, ne ha raccolto alcuni e ne ha fatto omaggio a ciascuna delle ballerine.
Adoro quest’uomo!!!
> Eleonora <
Ove non citato, le fotografie sono di Eleonora Bartalesi
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